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Channel: Mediablog, il blog di Marco Pratellesi - Vanity Fair » Corriere della Sera
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Obama, la stampa, la rete e un sistema che invecchia senza cambiare

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Mi sveglio alle 6. Mi sono addormentato alla televisione per seguire la diretta sul voto Usa. Voglio sapere chi ha vinto. Prendo l’iPad sul comodino. Ha vinto Obama. Scorro i siti: Corriere.it, Repubblica.it, l’Huffingtonpost.it… Trovo tante notizie, alcune analisi a caldo, le fotogallery, le clip, le dirette video. Un’informazione soddisfacente.

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Faccio un giro veloce su Twitter. Trovo alcune analisi internazionali, la foto simbolo di Obama abbracciato a Michelle, la più ritwittata della storia, commenti e battute, il discorso del presidente.

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Poi devo scappare. Treno per Milano alle 7,55. In stazione compro due giornali che coprono il tempo di lettura del viaggio un’ora e 45. Mi accomodo e apro il Corriere della Sera. “Un testa a testa negli Stati chiave” è il titolo di apertura a tutte colonne. Poi scorro 13 pagine di analisi, di scenari, di possibilità: Scritte benissimo, interessanti. Ma la notizia, ovviamente, non c’è. E quelle 13 pagine mi appaiono una esposizione “muscolare” vecchia.

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Passo a Repubblica. “Casa Bianca, l’America ha scelto” è il titolo di apertura. Certo lo sappiamo, ma anche in questo caso il fuso orario non ha permesso di avere la notizia e di costruire il giornale su di essa. Scorro le pagine. Ci sono tutte le firme del giornale, anche in questo caso ottimi pezzi, ma inevitabilmente superati. E anche Repubblica si ferma con lo speciale elezioni Usa a pagina 13.

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Leggo nel resto del giornale gli articoli che mi interessano e ritorno velocemente sull’iPad per seguire in diretta cosa sta succedendo in America.

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Mi chiedo se abbia ancora senso stampare giornali come se non esistessero internet, le televisioni allnews h24, la radio, i social media ecc ecc.

Il sistema dei media è completamente cambiato negli ultimi 15 anni, ma la stampa dura fatica a riposizionarsi, a capire cosa si aspettano i lettori, a sorprenderli.

Arrivo a Milano, metropolitana, non vedo un solo passeggero non dico a leggere il giornale, ma che almeno lo tenga in mano. Scendo a Moscova. In piazza Lega Lombarda mi viene voglia di comprare altri giornali per vedere se hanno “scartato”, ma l’edicola è chiusa. Arrivo all’edicola di via Canonica, pure questa è chiusa e in vendita ormai da prima dell’estate.

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La crisi è feroce, penso. E mi chiedo se esista un’analisi della rete delle edicole in Italia. Trovo uno studio della Camera di Commercio di Milano del maggio 2012: sarebbero poco meno di 18.000 le edicole attive nel quarto trimestre 2011. Oggi saranno ancora le stesse?

Se perdiamo la rete delle edicole, una delle migliori al mondo, in un Paese tradizionalmente restio agli abbonamenti, altro che quotidiani, perdiamo tutto.

Meglio pensarci, e cominciare a fare qualcosa prima che sia troppo tardi.

@marcoprat


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